venerdì 17 novembre 2017

Monumento ai Caduti di SCAFATI Opera dell'artista Polistenese Francesco Jerace

Il Monumento ai caduti di Scafati  (SA)  realizzato dall'artista Polistenese Francesco Jerace è ubicato tra la via Roma e la via Guglielmo Oberdan, costituito da parti in marmo e altre in bronzo. Sorge su un basamento di conchiglie e meduse sul quale si erge un gruppo scultoreo in bronzo composto da due soldati in azione e dalla vittoria alata che stringe tra le mani il gladio ed un ramoscello d'ulivo.

Scafati (SA) Monumento ai caduti F Jerace

La vittoria alata ha sul capo una corona di teste di leone, iconografia questa rara ed insolita che potrebbe alludere al coraggio ed alla giovane forza dei martiri.


Il gruppo bronzeo di Scafati influenzato dalla monumentalità dell'energia e dal movimento dell'azione, analoga realizzazione al Vittoriano di Roma.

Monumento complesso costituito da un basamento a forma quadrata i cui spigoli tronchi e sporgenti sono stati arricchiti da motivi ornamentali derivanti da una vecchia fontana. Tali motivi constano di maschere di Medusa con alla base delle conchiglie in marmo. Sul basamento insiste un gruppo scultoreo in bronzo raffigurante due soldati di cui, il primo, inginocchiato, imbraccia il fucile, mentre il secondo, in piedi, stringe nella mano destra una bomba che sta per lanciare. Le due figure sono sovrastate dalla Vittoria alata che nella mano destra, protesa al cielo, stringe il gladio e nella mano sinistra elevata agita un ramo di ulivo. Sul capo cinge una corona ornata da teste di leone. Sui quattro lati del basamento insistono due lapidi celebrative, una documentaria ed una commemorativa Il gruppo in bronzo di Scafati si caratterizza per il particolare intreccio dei corpi, il cui armonico bilanciamento è godibile da più punti di vista. La Vittoria alata, infatti, chiaramente ispirata all'antico, testimonia della propensione di Jerace per il mondo classico, interpretato in chiave sensuale e vibrante. Il gruppo scultoreo si rivela sicuramente influenzato dalla monumentalità, dall'energia e dal movimento de l'Azione, che il maestro realizzò per il Vittoriano di Roma e affonda a sua volta le radici nella plastica di J. B. Carpeaux; il riferimento è in particolare al gruppo La Danse per l'Opera di Parigi, che egli deve aver studiato nei suoi soggiorni nella capitale francese. Inaugurato nel 1935, il monumento rimase al suo posto per soli cinque anni quando, sopraggiungendo il secondo conflitto mondiale e con esso la campagna fascista "Metallo per la Patria in armi", il Podestà Pasquale Vitiello decise di farlo smontare ed occultare nei depositi dei grandi edifici tessili esistenti tra il Palazzo Mayer e l'edificio Meyer-Wenner. A scopo precauzionale vennero eseguiti, sempre su decisione del podestà, alcuni calchi in gesso. Il monumento venne infine ricollocato nel 1947 eliminando la vasca ottagonale e la fontana che facevano parte del complesso









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